“Pronto, possiamo leggerle una poesia?” La nostra performance-omaggio a uno dei mestieri più tristemente iconici della nostra era: l’operatore dei call center.
Con questa performance poetica, abbiamo provato ad esplorare le possibilità poetiche di una delle professioni-simbolo di inizio millennio, tentando di scardinare “la meccanicità, l’automatismo alienante” del lavoro che nell’immaginario collettivo sostituisce ormai l’operaio chapliniano nella catena di montaggio in fabbrica.
Per tre ore abbiamo chiamato numeri casuali di telefoni fissi di varie regioni d’Italia, chiedendo semplicemente, a chi rispondeva, se avrebbe avuto piacere ad ascoltare una poesia.
Abbiamo ricevuto le risposte più disparate.
Potete scoprirne alcune nel video riassunto di Francesco Terzago e Nicolò Puppo